Nordlight è una nave ancorata in mezzo all’oceano, spesso sonnolenta nel sole di mezzanotte dell’estate, più spesso strapazzata dalle tempeste dell’autunno e dell’inverno. E, come su tutte le navi, passeggeri ed equipaggio condividono lo stesso destino. Quindi la vita a Nordlight segue le tradizioni degli isolani da tempo immemorabile. Il tempo può essere estremo ed è il vero padrone della nostra vita e, come tutti quelli che ci circondano, andiamo in mare ogni volta che possiamo, anche se non a pescare. Come nella maggior parte delle famiglie norvegesi e sulla maggior parte delle barche a vela, tutti lavorano insieme in casa e in cucina, ragazze e ragazzi allo stesso modo. E’ lo stile delle isole senza bar e senza ristoranti, dove il calore deve fiorire dal focolare, dall’amicizia e dalla curiosità per uno stile di vita antico.
In questa pagina troverete il nostro modello di gestire l’accoglienza, istruzioni dettagliate per quello che dovrete portare nel vostro bagaglio, e un piccolissimo elenco di quel che troverete da noi.

Il nostro modello di accoglienza
Avete il foglio bianco più bello del mondo. Che siano gli altri a scrivere il loro giornale di viaggio‘
Fin dall’età dei lumi la parola turismo, che deriva da tour, significa andare tutti negli stessi posti. Solo che Goethe e i suoi pari, eruditi in patria, vedevano il ‘Grand Tour’ come un dovere di bagnare i panni in Arno, mentre il turista di oggi, mal-educato in patria, lo vede come un diritto per pavoneggiarsi gettando le monete nelle solite fontane. Per chi vive di viaggi e viaggiando, osservare lo stile, o piuttosto la sua mancanza, con cui le moderne orde prendono d’assalto la Rambla o il Reinebringen, lasciando gli indigeni sempre più irritati, è frustrante come ricordare quanto paga il gasolio una nave da crociera. Ma quel che trovo più difficile da accettare è che sembra che non solo tutti vogliano andare negli stessi posti, ma che vogliano provare le stesse emozioni, e vivere la stessa vita. Che, di conseguenza, non sarà mai la propria.
Ah, ma come sarebbe facile accontentarli, guadagnarsi il pane imboccandoli come bimbi con omogeneizzati e liofilizzati di esperienze, uuhh guarda l’aurora, lì c’è l’orca, fai come lei, apri la bocca, gnamm… Facile irretirli quando li vedi ciondolare tra una nave e un souvenir shop vestiti come sul Lhotse e l’atteggiamento di chi pensa di aver visto tutto, anzi oggi si dice ‘fatto’, ho fatto la Namibia, ho fatto il Serengeti, hanno fatto tutto ma non hanno capito una beata mazza. Ed è sempre difficile rispondere alla domanda ‘quali attività si possono fare’ lì da voi, sempre sto fare, fare, ma cosa diavolo volete fare se manco sapete chi siete?
Ed è così, da eterni illusi e ottimisti, che abbiamo da qualche mese, anche con l’aiuto di tanti nostri ospiti che, grazie al cielo, sapevano tutti benissimo cosa fare, iniziato a cercare una nuova definizione per il modello di viaggio che sogniamo. Tabula rasa di attività, esperienze, escursioni, gite, tour, safari (dio ce ne guardi e liberi), predigeriti ed avventurosi come un whopper. Tabula rasa di tutto questo. Tabula rasa di tutto, in realtà. Come ha detto A., poche settimane fa, voi non dovete fare nulla. Avete il foglio bianco più bello del mondo. Che siano gli altri a scrivere il loro giornale di viaggio. Si chiama identità di viaggio. Travel identity. Perchè ognuno di noi è diverso e merita di vivere il proprio viaggio, vivendo emozioni tutte sue. Noi ti daremo la più bella carta bianca perchè tu possa riversarci colori, parole, sogni e stagioni.
Bianco.
Che sia la spuma delle tante burrasche tra le onde nere, strisce bianche d’aurora nel cielo nero, ombre di luna nell’oceano, la carta dei libri e degli atlanti, serpentine su pendii nevosi, renne a passeggiare oltre finestre incrostate di ghiaccio, paletti arancioni per non perdersi nella bufera impertinente, tracce di inchiostro su fogli di un blocco note, macchie di lepre bianca tra rocce nere, rami a sventolare nel biancore della tempesta, quello è il nostro foglio infinito, prendi penna, rami, onde, lepri, gabbiani, sci, timone, fantasia, scarponcini, binocolo, macchina fotografica, getta coriandoli dal faro nella bufera solo per vedere l’effetto che fa.

Vestiti
Consigliamo in genere un abbigliamento sportivo e invernale, il più tecnico possibile, evitando il cotone sulla pelle, con la strategia a cipolla con capi termici e caldi. Importantissimi i guanti e le scarpe pesanti per le uscite in barca, per le quali forniamo comunque caldi tutoni isolanti A questo proposito consigliamo di portare solette e sacchetti riscaldanti per riscaldare mani e piedi in barca. Per le serate in casa e barca, dove comunque ci sono sempre temperature ben sopra i 20 gradi, vestiti comodi e un paio di pantofole o crocs.
Biancheria
Piumone, lenzuola e asciugamani li forniamo noi.
Alcol (vino, aperitivi, birra):
Ricordate che, se amate un buon bicchiere di vino, in Norvegia l’acool è carissimo. Vino e superalcolici sipossono comprare solo a Tromsø al Vinmonopolet, la birra si trova anche al supermercato, ma a prezzi piùalti di quelli a cui siamo abituati (mediamente 4 euro la lattina). Quindi nel caso vi consigliamo di portare qualcosa dall’Italia, o in caso il bagaglio fosse già troppo pesante, di fare buon uso del duty free alla partenza. E’ consentito importare 2 bottiglie di vino e una di superalcolici a testa.
Fumo
Lo stesso vale per il tabacco, in Norvegia un pacchetto costa circa 12 euro
Affettati e formaggi
Se poi non potete vivere senza salame e formaggio, ecco, quello è difficile da trovare Se non ce la fate a stare per pochi giorni senza, siete liberi di portare qualche bontà della vostra regione. Non diremo mai NO 😉 anche perchè a Nordlight troverete l’AFFETTATRICE!
Noi faremo comunque la spesa in concomitanza al vostro arrivo quindi avvisateci se avete allergie, intolleranze o preferenze. Tendenzialmente abbiamo un menù molto norvegese, ovviamente, ma con una preparazione più italica.